Motion graphic e proiezione video realizzate per il Teatro alla Scala di Milano: “La Gazza Ladra” di Gabriele Salvatores.
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La gazza ladra
Per celebrare l’anniversario della nascita di Rossini, il Teatro alla Scala di Milano ha chiesto al regista, premio Oscar, Gabriele Salvatores di mettere in scena “La Gazza Ladra”. Il regista ha dato forma ad un’ elegante rivisitazione andata in scena per tutto il mese di aprile 2017. il regista aveva due richieste principali: concludere lo spettacolo inserendo la proiezione del volo di una gazza; utilizzare per la proiezione un tullè trasparente per permettere allo spettatore di intravedere la scenografia.
Proporzioni
Con il regista abbiamo definito le modalità operative più adatte alle sue intenzioni e abbiamo creato un’ animazione video della gazza e del cielo di sfondo. Parte importante del lavoro è stata l’identificazione della giuste proporzioni tra soggetto e contesto (l’uccello e lo schermo). La gazza creata non poteva avere dimensioni reali perchè allo spettatore in sala sarebbe apparsa come troppo piccola e i suoi movimenti troppo rapidi. La definizione delle dimensioni è stata fondamentale per creare una figura contemporaneamente fruibile e verosimile.
Colore
Altra variabile importante è stata la scelta di rapporti cromatici; la cura dei toni di colore e l’attenzione al rapporto tra i chiari e gli scuri sono elementi indispensabili per valorizzare la proiezione su schermo trasparente. Nello sviluppo del cielo è stato importante calibrare i rapporti tra blu e azzurri in modo da valorizzare la trasparenza del tullè e sfruttare la scomparsa della proiezione (che avviene sugli scuri) per svelare la scenografia sullo sfondo.
Dinamica
Infine, la creazione della dinamica del volo dell’ uccello; l’attenzione rivolta all’andamento del volo al fine di creare una traiettoria sinuosa e cadenzata. Come già sottolineato parlando delle proporzioni della proiezione, date le ridotte dimensioni della gazza rispetto allo schermo, il rischio era nella fruibilità. Da una parte il pericolo di creare un movimento troppo rapido e confuso; dall’altra quello di sviluppare una dinamica sì verosimile, ma poco chiara allo spettatore in sala.